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Convegno “La qualifica professionale dell'Insegnante di Danza” a Danzainfiera 2022
CONVEGNO “LA QUALIFICA PROFESSIONALE DELL'INSEGNANTE DI DANZA” A DANZAINFIERA 2022 - 27/2/2022

Nell’ultimo giorno dell’evento di rilevanza nazionale Danzainfiera, tenutosi a Firenze presso la Fortezza da Basso, AssoDanza Italia ha tenuto un altro importante convegno incentrato sulla qualifica professionale dell’insegnante di Danza.

L’uditorio era ancora una volta composto da professionisti del settore ma, altresì, da giovani che vorrebbero fare della loro passione una lavoro, sia esso quello del danzatore o dell’insegnante, che sia riconosciuto e tutelato e che non li costringa ad allontanarsi dal proprio paese in cerca di condizioni più dignitose e gratificanti.

Ad aprire il convegno è stata la Presidente ADI Miriam Baldassari che ha posto l’attenzione su un’interessante prospettiva : l’insegnante di Danza deve, sì, essere riconosciuto come professionista, ma occorre innanzitutto che la consapevolezza parta dallo stesso e questa consapevolezza, ad oggi, non è così forte come dovrebbe essere; forse proprio a causa delle lacune normative che caratterizzano il settore formativo e professionale.
Per regolamentare la questione della certificazione delle competenze c’è però bisogno di sinergia a livello territoriale, solo così si potrà raggiungere l’obiettivo di dare una base normativa nazionale alla professione con le dovute tutele e garanzie (maternità, infortuni, pensione).

La prima relatrice ad intervenire, in videoconferenza, è stata l’Onorevole Carmela Bucalo, deputato membro della IX commissione lavoro pubblico e privato alla camera.
Nel riferirsi alla Danza come “un’arte che impegna corpo, mente ed anima”, ha ammesso che, purtroppo, “quello della Danza è un mondo trasparente”.
Questo anche a causa della frammentazione interna alla quale si potrebbe però ovviare instituendo una formazione univoca ed adeguata su tutto il territorio, che non preveda qualifiche-lampo e che riconosca la figura dell’insegnante al fine di introdurla nel mondo del lavoro con le dovute tutele.

La parola è passata poi all’Onorevole Silvia Piccinini, Consigliera della Regione Emilia Romagna, impegnata in importanti progetti legislativi nell'ambito di formazione e produzione del settore coreutico.
In collegamento da remoto, la Piccinini ha iniziato il suo intervento con una presa di coscienza delle condizioni delle scuole di danza a seguito dell’emergenza Covid-19 e, come se non bastasse, dei recenti rincari delle utenze.
Come è chiaro, il sistema Danza risulta piuttosto variegato a partire dalle denominazioni, che vanno dalle Società sportive dilettantistiche, alle associazioni sportive dilettantistiche, alle associazioni culturali, egli enti di promozione sportiva.
La senatrice ricorda che nel 2006 la Regione Emilia Romagna ha provato a colmare il vuoto normativo riconoscendo la qualifica del maestro di Danza.
A tutt’oggi però, osserva la Piccinini, manca ancora un’offerta formativa pubblica, la quale faccia sì che le istituzioni possano sostenere le scuole di Danza ed i professionisti che vi trovano impiego.
Ancora una volta, è emerso come la pandemia abbia costituito, nonostante il caro prezzo pagato in termini di salute, vite umane e crisi economica, un’opportunità per portare alla luce le criticità di un settore che ha così avuto modo di rivendicare la propria identità.

Fra gli ospiti “virtuali” è intervenuto anche Piero Comandini, Vice Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna, promotore del Progetto di Legge in materia di sviluppo della danza, che ha evidenziato l’urgenza di una proposta di legge nazionale e, successivamente, di una adeguata gestione della legge stessa, che garantisca ai lavoratori del settore le giuste condizioni di formazione, lavoro e tutela.
La “dispersione” di insegnanti e danzatori in numerose differenti categorie corrispondenti ad altrettanti codici Ateco, difatti, ha complicato non di poco l’erogazione dei ristori durante il picco della pandemia.
Secondo Comandini occorre dunque istituire tavoli permanenti con le associazioni di rappresentanza e tutela ed AssoDanza Italia può essere l’interlocutore ideale per le istituzioni poiché capillarizzato a livello nazionale.

Nell’ambito del convegno, ha avuto spazio anche Rosanna Pasi, Socio Onorario di AssoDanza Italia, da sempre impegnata nella battaglia per il riconoscimento della professione dell'insegnante di Danza e promotrice del progetto/spettacolo “LEGGERE PER BALLARE”. Durante il suo intervento in videoconferenza, ha condiviso la sua visione di AssoDanza Italia come un organo che ha saputo raccogliere il suo input input e che può estenderlo su scala nazionale.
Per farlo, anche la Pasi come Comandini propone un tavolo istituzionale nazionale, al quale però deve prendere parte non solo il Ministero della Cultura, ma anche quello dell’Istruzione e della Sanità.

Fisicamente presente al convegno, Daniele Trastu della Commissione formazione ADI ha preso successivamente la parola facendo riferimento al modello di riferimento francese in fatto di qualifica di insegnante di Danza a cui si sono ispirati diversi sistemi di certificazione in Italia. Fa però un doveroso distinguo tra le realtà pubbliche (come i licei coreutici e la formazione universitaria) e quelle private.

In chiusura dell’evento sono intervenuti i rappresentanti delle agenzie formative : Marco Batti dell’Ateneo della Danza (promotore di un percorso formativo per maestro di danza e danzatore professionista che segue una metodologia con un fondamento scientifico vista la delicatezza della professione dal punto di vista non solo educativo ma anche fisico), Duccio Pacini dell’Associazione Europea Danza (che ricorda la recente costituzione dell’albo delle qualifiche professionali avvenuta nel 2021) ed infine Loris Tromboni dell’agenzia formativa MDA.

L'intera diretta è visibile cliccando sul link correlato.

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